Quando è sconsigliata la crioterapia
La crioterapia è una tecnica dermatologica ampiamente utilizzata per il trattamento di diverse lesioni cutanee, grazie alla sua efficacia, rapidità e basso impatto invasivo. Tuttavia, come per ogni procedura medica, esistono situazioni in cui non è indicata o deve essere eseguita con particolare cautela. Conoscere le controindicazioni della crioterapia dermatologica è essenziale per garantire un trattamento sicuro, efficace e personalizzato.
A cosa serve la crioterapia dermatologica
La crioterapia dermatologica è una procedura che utilizza il freddo estremo, generalmente sotto forma di azoto liquido, per distruggere in modo selettivo cellule e tessuti cutanei anomali. Si tratta di una tecnica consolidata, minimamente invasiva, sicura e ben tollerata, ampiamente impiegata in dermatologia per il trattamento di numerose lesioni cutanee superficiali, sia di natura benigna che precancerosa.
Tra le indicazioni più comuni vi sono le verruche virali, le cheratosi attiniche (lesioni pre-tumorali legate al danno solare), le cheratosi seborroiche, i fibromi molli e gli angiomi rubini. La crioterapia trova applicazione anche in campo estetico, per rimuovere imperfezioni cutanee in aree visibili come viso, collo e décolleté, a condizione che la diagnosi sia chiara e l’indicazione dermatologica corretta.
In quali casi la crioterapia non è indicata
La crioterapia con azoto liquido agisce attraverso il congelamento controllato dei tessuti cutanei. Anche se generalmente ben tollerata, non è adatta a tutti i pazienti o a tutte le lesioni. Le principali situazioni in cui è sconsigliata comprendono:
- Presenza di infezioni cutanee attive;
- Malattie vascolari periferiche o sindrome di Raynaud;
- Ipersensibilità al freddo;
- Pelle pigmentata o predisposta a ipopigmentazioni;
- Lesioni sospette o di natura incerta;
- Zone anatomiche a rischio (es. mucose, aree sensibili).
Infezioni attive sulla zona da trattare
Una delle principali controindicazioni relative alla crioterapia è la presenza di un’infezione cutanea in atto, come follicoliti, impetigine o herpes simplex. Applicare azoto liquido su una pelle infetta può aggravare il quadro clinico, diffondere l’infezione o rallentare sensibilmente la guarigione. In questi casi, è necessario trattare prima l’infezione con antibiotici o antivirali topici o sistemici, e rimandare la crioterapia a infezione risolta.
Sarà sempre lo specialista, dopo una visita dermatologica ad indicare quando è opportunuro eseguire la crioterapia.
Fenomeno di Raynaud e disturbi vascolari periferici
I pazienti affetti da malattie vascolari periferiche, come il fenomeno di Raynaud, sono a rischio di complicanze legate alla vasocostrizione indotta dal freddo. L’applicazione di crioterapia su queste persone può causare ischemia, necrosi estesa o ritardi di guarigione.
In questi soggetti, l’uso dell’azoto liquido va evitato o, se strettamente necessario, eseguito con estrema prudenza e solo in zone non critiche.
Ipersensibilità al freddo
Condizioni come l’orticaria da freddo, il dermatografismo freddo o la crioglobulinemia rappresentano vere e proprie controindicazioni assolute. L’esposizione al freddo estremo in questi pazienti può scatenare reazioni cutanee gravi e orticarie generalizzate. Una corretta anamnesi e una valutazione allergologica, se indicata, sono fondamentali per escludere questa categoria di rischio.
Pelle scura o predisposta a ipopigmentazione
La crioterapia può causare alterazioni della pigmentazione nella zona trattata, in particolare ipopigmentazioni permanenti. Questo rischio è più elevato nei pazienti con fototipo scuro o in chi ha una predisposizione genetica a discromie post-infiammatorie.
In questi casi, il dermatologo deve valutare con attenzione l’opportunità del trattamento e, se necessario, optare per metodi alternativi meno aggressivi.
Lesioni non ben definite o sospette
La crioterapia è indicata solo per lesioni clinicamente benigne e diagnosticate con certezza. In caso di dubbio diagnostico, ad esempio un carcinoma basocellulare, un melanoma amelanotico o una cheratosi atipica, la crioterapia non deve essere eseguita, poiché:
- può mascherare o modificare la lesione rendendo difficile una diagnosi successiva;
- non consente esame istologico del tessuto rimosso.
In queste situazioni è necessario procedere con una biopsia cutanea o un’asportazione chirurgica per esame istopatologico.
Zone anatomiche a rischio
La crioterapia deve essere usata con cautela su zone delicate come le mucose (labbra, genitali), le palpebre o i padiglioni auricolari, dove il margine tra tessuto patologico e sano è sottile e il rischio di esiti cicatriziali o danni funzionali è maggiore. Anche in queste aree, la tecnica può essere eseguita con strumenti più controllati (es. sonda metallica), ma solo in mani esperte.
Alternative alla crioterapia in caso di controindicazioni
Quando la crioterapia non è indicata, il dermatologo può proporre trattamenti alternativi in base alla diagnosi specifica:
- Laser CO₂ frazionato o ablativo;
- Terapie topiche;
- Chirurgia tradizionale con esame istologico.
La scelta dipende dalla natura della lesione, dalla zona anatomica e dalle caratteristiche del paziente.
Crioterapia: quando è sconsigliata
Se desideri effettuare una seduta di crioterapia, consulta la Dr.ssa Emma Mori, Dermatologo a Parma.
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Quando è sconsigliata la crioterapia – Fonte bibliografica
Cryotherapy in Dermatology – Prohaska J, Jan AH. Cryotherapy in Dermatology. [Updated 2023 Sep 15]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2025 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK482319/.